top of page
  • Immagine del redattoreFP CGIL del Trentino

Pubblico Impiego - L’autunno ai tempi di COVID e di recessione economica

Comunicato agli iscritti


Alla vigilia di scelte fondamentali per il Trentino alle prese – come il resto del Paese – con la recrudescenza del Covid e la crisi economica più drammatica dal dopoguerra, Fp Cgil del Trentino prosegue in un percorso ininterrotto che ci ha visti al fianco dei lavoratori pubblici e privati, della collettività, fornendo supporto e proposte ad ogni livello nonostante le istituzioni pubbliche provinciali abbiano sistematicamente negato il dialogo col sindacato, violando le prerogative delle rappresentanze dei lavoratori.

Il sistema pubblico trentino ha retto l’impatto di un’emergenza inedita, che ha colpito e messo a dura prova il sistema sanitario, ha picchiato violentemente e drammaticamente nelle Case di Riposo, ha rilevato l’insostituibilità di tutti i servizi pubblici nel garantire cura, assistenza, tutela, sicurezza, sostegno a cittadini e imprese.

Ciò malgrado, la retorica degli eroi ha lasciato il posto al nuovo attacco al pubblico, ridiventato rapidamente sinonimo di privilegio, casta, fannulloni pagati per stare sul divano a bivaccare, messaggio veicolato opportunisticamente da personaggi prestati alla politica e incredibilmente divenuti rappresentanti delle istituzioni trentine.

Abbiamo resistito all’attacco demagogico e scellerato, sconfiggendo il tentativo di contrapporre i lavoratori pubblici a quelli privati. Non abbiamo avuto timore di affrontare una battaglia decisamente impopolare, con il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici in piazza malgrado le restrizioni, portando Fugatti e i vertici provinciali davanti al giudice. Una battaglia vinta non solo nelle sedi giudiziarie: il tema della modifica degli orari è, almeno al momento, sparito dall’agenda. Un risultato possibile anche grazie ad una ritrovata unità sindacale.

Da qui occorre ripartire, alla vigilia di importanti scelte politiche che impegneranno fondi ingentissimi – governativi, europei (trentini?) – per lo sviluppo e la ripartenza, oltre che per il sostegno alle persone in difficoltà.

I temi dei Settori Pubblici, nel frattempo confluiti nel Documento “Al Centro il Lavoro” di Cgil, Cisl e Uil del Trentino che sarà presentato all’assemblea dei delegati dell’8 ottobre a Mattarello, costituiscono un percorso rivendicativo e propositivo forte che continua, di interlocuzione e confronto per un percorso auspicabilmente unitario e, se necessario, di mobilitazione sul territorio per risposte chiare e tempestive da parte della Giunta.



Rafforzamento Sanità Pubblica, Assistenza Territoriale, Apsp

Le risorse già messe a disposizione dal Governo e quelle che arriveranno dall’UE per la Sanità non possono determinare autoreferenzialità della Giunta nelle scelte riorganizzative, nei processi assunzionali, nella riqualificazione professionale, così com’è stato ad esempio con il premio Covid, con la Giunta che ha fatto tutto da sé creando discriminazioni e conflitti. Gli Operatori più colpiti dalla pandemia meritano riconoscimento e rappresentanza nelle sedi decisionali.

La condizione delle Apsp a seguito della pandemia – allo stesso modo – è profondamente mutata per ospiti e operatori, con un aggravio di sofferenze, carichi di lavoro, prestazioni ad altissimo carattere sanitario, maggiore interdipendenza Sanità – Apsp.

Obiettivo fondamentale è riaffermare ruolo e partecipazione del Sindacato, con proposte concrete, dal rafforzamento della medicina territoriale alla effettività dello Spazio Argento, al rafforzamento di tutele, garanzie e valorizzazione per gli Operatori a tutti i livelli.


Rinnovo Contratti Pubblici, Assunzioni, Stabilizzazioni, Revisione Ordinamento Prof.le

I primi 20 milioni, già stanziati con la finanziaria provinciale 2020 per il rinnovo dei contratti pubblici, sono stati “sospesi” a seguito della pandemia. Servivano a “coprire” poco più dell’indennità di vacanza contrattuale, regolarmente erogata a livello nazionale sin da aprile 2019.

ll Protocollo d’Intesa tra Pat e Confederazioni del 13 gennaio 2020 prevede stati di avanzamento per rinnovare i CCPL 19/21: con la compensazione dello Stato per il mancato gettito provinciale (218 mln che si aggiungono ai 136 mln del decreto rilancio, per un totale di 354 mln disponibili per la Pat) non ci sono più alibi: occorre rinnovare i contratti pubblici!

Tentativi di contrapporre condizioni di altre categorie del lavoro maggiormente colpite dalla crisi vanno respinti al mittente: è sulla P.A. che ricadono tutte le attività di prevenzione, salute, controlli, erogazione welfare e tutto quanto la pandemia impone per la tutela dei cittadini e delle imprese. Solo una P.A. efficiente può rappresentare sostegno allo sviluppo e alla ripartenza, una P.A. che va pertanto difesa, rafforzata, rinnovata e valorizzata, e non screditata agli occhi dell’opinione pubblica, e ciò a partire dal rinnovo dei contratti, dall’assunzione di nuove generazioni di funzionari pubblici, alla prosecuzione del processo di stabilizzazione dei tanti precari, alla reinternalizzazione di servizi fondamentali per il territorio ora in appalto (sistema museale e non solo).

Occorre rivedere l’ordinamento professionale, stanziando le necessarie risorse, per valorizzare le persone che in autoformazione svolgono da anni competenze non più riconducibili a declaratorie obsolete, oltre che dare prospettive coerenti con professionalità e titoli di studio richiesti per i giovani che entreranno nella P.A.


Investimenti nella Ricerca Pubblica

Va rafforzato l’investimento sulla ricerca pubblica, chiuso il CCPL 26/18 e valorizzato il patrimonio di competenze ed eccellenze del sistema provinciale. Maggiori investimenti per la Ricerca significano maggiori possibilità di affrontare le urgenze che ci pone di fronte la pandemia, a partire dai cambiamenti climatici a malattie sconosciute, a nuove modalità di lavoro.


Regolamentazione contrattuale del Lavoro Agile / Adeguamento importo Buono Pasto

L’esperienza dello smart working nelle P.A. ha mostrato vantaggi e criticità. Una modalità di lavoro in ogni caso interessante per la stragrande maggioranza dei dipendenti provinciali che hanno risposto al sondaggio della Fp del Trentino di maggio, in pieno lockdown. Un campione significativo seppure rappresentativo di una singola realtà che spesso tuttavia fa da apripista agli altri enti.

E’ necessario dunque perseguire, nelle more di una regolamentazione nei contratti collettivi, intese con gli Enti per stabilire limiti, vincoli e tutele nell’esercizio delle attività da remoto, altrimenti regolata autonomamente dalla singola amministrazione (o dal singolo dirigente). A solo titolo di esempio, la definizione dell’orario e dei tempi di riposo, disponibilità degli strumenti di lavoro, diritto alla disconnessione, verifiche e controlli del datore, garanzia dell’accesso a formazione e salvaguardia del percorso di carriera, riconoscimento straordinario e notturno, riequilibrio con altri istituti di lavoro a distanza (telelavoro).

Strettamente collegato il tema del buono pasto, ribadendo il principio secondo cui il lavoratore in modalità di lavoro agile ha diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni in presenza. In tale ottica anche il recupero dei risparmi degli Enti a favore del personale.

E’ inoltre tempo di una rivendicazione forte per l’adeguamento del valore del buono pasto a 7 euro, sia per una sacrosanta equiparazione con il livello nazionale sia per il sostegno all’economia territoriale delle categorie economiche coinvolte (ristorazione, commercio). E’ evidente, come prevede il Protocollo di Gennaio, prevedere allo scopo risorse autonome e distinte da quelle per i contratti. In tal senso valutiamo positivamente la novità della gestione “in casa” dei buoni pasto, senza costose intermediazioni.


Innovazione / Digitalizzazione della P.A.

Basta declinare questi slogan in chiave punitiva, adombrando processi di riduzione degli organici e dei servizi con l’apertura a spazi del mercato privato, come piace ripetere all’Assessore Spinelli.

Un reale processo di innovazione e digitalizzazione della P.A. deve, al contrario, partire proprio dal personale, dalle professionalità necessarie, dalla formazione continua, dall’implementazione delle reti e delle tecnologie, dall’assistenza all’utenza non già costringendo il personale in Ufficio venerdì sera, sabato o domenica ma rafforzando gli accessi info-telematici, le lavorazioni on line, la messa in rete dei data base e, appunto, il lavoro da remoto. Occorrono investimenti adeguati, tenendo ben presente che la P.A. trentina non è all’anno zero!


Ridefinizione dell’Assetto Istituzionale (Ruolo Comunità di Valle, Fusioni dei Comuni)

E’ necessario definire in modo concludente quale assetto istituzionale si vuole dare al territorio. Mettere in discussione il ruolo delle Comunità di Valle – senza un’idea alternativa - mentre le stesse, ad esempio, sono coinvolte nella sperimentazione dello Spazio Argento, con sforzi enormi da parte del personale, appare contraddittorio oltre a non consentire prospettive strutturali e adeguata misurazione dei fabbisogni del personale. Questione analoga riguarda l’esperienza delle gestioni associate e l’unione e la fusione dei Comuni, su cui occorre istituire un tavolo di confronto per le necessarie valutazioni.

... Ogni società avanzata ha bisogno di una pubblica amministrazione efficiente e di qualità. Per avere qualità (che in Trentino è già certificata da anni!) servono risorse adeguate, non tagli o svalutazione del ruolo del dipendente pubblico trentino il quale, ad ogni livello, non chiede altro che di poter lavorare nelle migliori condizioni possibili, partecipare alle scelte riorganizzative, per poter dare il meglio delle proprie competenze e disponibilità. Non vuole inutili slogan, polemiche, ma risposte concrete e rispettose del proprio lavoro.

68 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page