FP CGIL del Trentino
Sottoscritto il protocollo sul rinnovo dei contratti pubblici
Grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori!
Risorse economiche pari al 4,1%, riconoscimento del valore di tutti i servizi pubblici, rafforzamento delle relazioni sindacali su temi fondamentali come orario di lavoro, riorganizzazione della P.A., proroga delle stabilizzazioni, revisione dell’ordinamento professionale: importante contributo della CGIL
La mobilitazione paga. Un passo importante, con molti avanzamenti rispetto alle prime ipotesi sul tavolo, che dovrà tradursi velocemente in fatti concreti, con l’apertura dei tavoli contrattuali per affrontare tutti i nodi tracciati nel Protocollo.
Di particolare pregio il riconoscimento di un impegno non derogabile – quello di rinnovare i contratti pubblici – che segna un avanzamento rispetto alle logiche che hanno sin qui caratterizzato le uscite di questa Giunta sul lavoro pubblico, quali ad esempio le dichiarate necessità di limitarne lo spazio a favore del privato, o di non ritenere prioritario il rinnovo dei contratti.
Importante e decisivo il contributo della Cgil al tavolo, affinché gli impegni sottoscritti fossero realmente esigibili e non una cambiale in bianco, da qui l’insistenza per:
decorrenze certe e cadenzate degli aumenti a fronte di una proposta vaga sugli stanziamenti delle risorse, inizialmente previsti sino al 2022;
effettivi (e non eventuali) distinti finanziamenti per le progressioni di carriera e la revisione dell'ordinamento professionale;
impegni su conciliazione dei tempi e ricambio generazionale;
proroga dei termini per la stabilizzazione dei precari e attivazione del relativo Osservatorio;
tutela retributiva della fasce di lavoratori più deboli;
rafforzamento delle relazioni sindacali nei processi di riorganizzazione della P.A. e dei livelli istituzionali;
adeguamento, in caso di condizioni di maggior favore, al rinnovo dei contratti nazionali.
Conseguito quindi, ad oggi, un aumento a regime del 4,1 %: le 4 tranches decorrono dal 1 gennaio 2019 per lo 0,7%, dal 1 aprile 2020 si arriva all’1,8%, dal 1 gennaio 2021 al 3% e dal 1 settembre 2021 al 4,1%, per complessivi 67 milioni a regime.
Sulla riserva che il Presidente Fugatti ha voluto inserire per un’eventuale rivalutazione dell’Accordo per questioni di bilancio ad oggi non prevedibili, chiarito come queste non potessero scaricarsi sui dipendenti pubblici, rivendichiamo l’aver assunto una posizione ferma e declinato conclusivamente che l’eventualità può sussistere solo in caso di dinamiche recessive sul bilancio provinciale che comportino una revisione complessiva delle politiche pubbliche nei diversi settori di spesa. In tal senso, è stato chiarito e condiviso che l’eventuale fiscalizzazione del “bonus Renzi” non potrà rientrare in queste misure straordinarie di bilancio, dunque non sarà pagato dai lavoratori.
Un primo tassello dunque: occorrerà ora tradurre in fatti concreti l’Intesa, per continuare la nostra azione di rivendicazione a tutela di lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici.